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continua Sanità e Sociale

La Sanità in Montagna va ripensata per rispondere ai bisogni degli abitanti, che non possono avere meno servizi rispetto a chi vive in città e almeno uguali a quelli di cittadini di altre zone con caratteristiche simili alla nostra. Bisogna riportare l’attenzione della Regione su questo territorio, avendo il coraggio di ammettere gli errori fatti e tornare indietro rispetto a scelte che si sono rivelate sbagliate, come quelle che hanno riguardato l’ex Ospedale Pacini. In questo senso il principale obiettivo in ambito sanitario sarà la riapertura del pronto soccorso. Inoltre, data la crisi economica dovuta al Covid e il progressivo invecchiamento della popolazione, dobbiamo porre grande attenzione alla tenuta del sistema sociale.

La montagna pistoiese deve tornare ad avere un vero ospedale, dotato di pronto soccorso. Lavoreremo con la Regione per trovare la strada più veloce ed efficace da percorrere. Inoltre lavoreremo affinché all’interno dell’ospedale si garantiscano un’efficiente radiologia e una sala gessi, con la presenza diurna di un ortopedico. Il punto di primo soccorso di Abetone deve essere mantenuto in efficienza 12 mesi l’anno come fondamentale presidio per chi abita in montagna e va rafforzato durante le stagioni turistiche.

I Servizi sono il primo presidio sul territorio a tutela della salute e per questo dobbiamo potenziare il sistema di assistenza domiciliare e dei medici di famiglia, tramite la Società della Salute, incrementare il numero degli assistenti sociali, riportare il servizio pediatrico e incentivare il ripristino degli ambulatori nei paesi viste le grandi difficoltà di spostamento dovute alla quasi assenza di mezzi pubblici. Sono pertanto necessari interventi legislativi urgenti da parte della Regione, che prendano atto delle difficoltà del territorio e delle differenze di trattamento economico tra chi lavora in città e in montagna, trovando soluzioni rapide ed efficaci per evitare ulteriori inaccettabili perdite di servizi.     Nell’immediato, visto il perdurare della pandemia, chiederemo che venga realizzato un HUB vaccinale fisso o mobile, ma anche che venga ripristinato il servizio vaccini sia per i bambini che per gli adulti.     Molta attenzione dovrà essere posta anche su tutte le attività ambulatoriali fornite dalla Asl, affinchè  queste rispondano alle reali esigenze della popolazione e se così non fosse, chiedere che siano implementate, e vigilare che con il tempo i servizi non vengano meno o non ne venga ridotta l‘attività.

Il volontariato è strategico: favoriremo lo sviluppo delle realtà esistenti, creando un coordinamento tra enti, e supporteremo le associazioni nella progettazione di nuovi servizi in campo socio-sanitario che rispondano alle esigenze di un mondo che sta cambiando.

Inoltre lavoreremo con la Società della salute per rendere strutturale il “bonus famiglia”, che destina un contributo fino a mille euro ai nuclei con figli sotto i tre anni da spendere in prodotti per l’infanzia nelle farmacie del territorio. 

I giovani che lo desiderano devono poter vivere in montagna: faremo pressing sulla Regione affinché segua l’esempio dell’Emilia Romagna e conceda un contributo economico per l’acquisto o la ristrutturazione di case riservato alle giovani famiglie che decidono di abitare nei comuni montani. In questo modo puntiamo ad arrestare il calo demografico, favorendo quell’inversione di tendenza che si sta registrando in alcune zone d’Italia.

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