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Consiglio comunale... sciolto!

Con la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al decreto di scioglimento del Consiglio comunale di Abetone Cutigliano si è conclusa nei giorni scorsi l’amministrazione Danti.

Sono passati 28 mesi da quando siamo entrati come minoranza in Consiglio comunale e ci siamo ritrovati fin da subito un gruppo di maggioranza che - come ampiamente già previsto in campagna elettorale - non aveva una coesione sufficiente per pensare di concludere nel 2026 il mandato che gli abitanti di Abetone Cutigliano gli avevano affidato.

E infatti sono bastati poco più di due anni per arrivare alla mozione di sfiducia presentata da 4 dei 7 componenti della stessa maggioranza stessa: Veronica Scandagli, Andrea Formento, Andrea Tonarelli e Diego Petrucci.


Il nostro gruppo aveva iniziato questa esperienza con voglia di fare e l’obiettivo di aiutare l’Amministrazione con novità e idee.

Ben presto, però, ci siamo scontrati con la faccia negativa della politica: abbiamo trovato una maggioranza chiusa in se stessa e ostile a qualsiasi nostra proposta.

Potremmo fare un paio di decine di esempi, ma ci limitiamo ai due forse più clamorosi. Nell’anno in cui Abetone Cutigliano è stato Capitale toscana dello sport avevamo proposto la realizzazione di un campo da padel. Niente da fare, ci è stato risposto che “non avrebbe lavorato”. E la maggioranza ha deciso di noleggiare tre mesi, per la modica cifra di 50mila euro, una tensostruttura (definita dal sindaco “una scelta di marketing), utilizzata 3 o 4 volte.

Un altro esempio è quello del bando "attrattività dei borghi”: un bando finanziato interamente dal PNRR che avrebbe potuto portare un milione e seicentomila euro al paese di Cutigliano. Sembrava un bando fatto appositamente per Cutigliano, data la sua natura il fatto di essere già annoverato tra i borghi più belli d’Italia. Niente da fare, nemmeno in questo caso.


Perché? Forse perché sarebbe stata vista come una vittoria del nostro gruppo consiliare, quando noi volevamo solo dare una chance al territorio?


Come se non bastasse abbiamo aiutato coi nostri voti l’Amministrazione in Consiglio comunale quando i loro litigi avrebbero creato problemi alla vita quotidiana di tutti: non volevamo essere noi a impedire lo sfalcio dell’erba sul territorio e tanti piccoli interventi, tanto utili quanto relativamente fattibili a costi accessibili.


Ci siamo resi disponibili finché la situazione ha avuto dei margini di tolleranza. Poi abbiamo deciso di fare la nostra parte per togliere la spina a una situazione che avrebbe solo portato stallo al territorio. Meglio il commissario? Sì, meglio il commissario.


Ma il nostro gruppo non si ferma qua. Abbiamo deciso di continuare la nostra attività e alle prossime elezioni la lista civica “Il paese che vogliamo” sarà di nuovo sulla scheda elettorale.

Abbiamo la volontà e la voglia di dare nuove possibilità a questo territorio.

Un comune che ha bisogno di unità e coesione, ricreando identità, opportunità e sviluppo e combattendo spopolamento e perdita di posti di lavoro.


Come fare? Alcune ricette: progetti, giovani, opportunità.

Siamo noi che creiamo il nostro futuro. E il futuro si crea scommettendo su una montagna con nuove opportunità, infrastrutture, mobilità e connessioni.

È una sfida. Ma noi ci siamo e siamo pronti.

E voi?



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