questo cantava Mina, nel 1972 inm una delle sue più celebri canzoni.
Soltanto parole rimangono dopo l’incontro abetonese col ministro del Turismo Daniela Santanchè. Certo, apprezziamo l’interessamento del Governo nei confronti degli Appennini tutti: è dato importante aiutare un territorio fragile come il nostro. Ma restiamo perplessi quando più volte si rimarca Fratelli d’Italia come unico partito che si interessa della montagna Toscana.
Non è vero. Lo sappiamo noi e lo sa FdI. Il cosiddetti “protocollo Lotti” ne è testimonianza. Lo dovrebbero sapere bene Diego Petrucci e Andrea Tonarelli, dato che grazie a quei fondi stanziati non certo da FdI le Amministrazioni che li hanno visti protagonisti hanno potuto acquistare gli impianti comunali che erano stati lasciati sull’orlo del fallimento dalle precedenti gestioni.
Ma non è questo il punto.
Fare i pavoni, sfoggiando meriti che non sono solo loro non è la sola mancanza di quell’incontro.
Ci aspettavamo, o sarebbe meglio dire la popolazione si aspettava, risposte e idee per il futuro e non soltanto milioni di euro promessi.
Gli aiuti vanno sempre bene, purché coinvolgano la fetta più larga possibile delle attività, ma abbiamo bisogno anche e soprattutto di riappropriarci del nostro territorio, snellendo e favorendo tutte le iniziative che privati e associazioni vorranno portare avanti sul nostro territorio.
Lo diciamo da tempo: troppi sono i vincoli legati al Demanio che impediscono la nostra quotidianità. Abbiamo bisogno che le nostre strade statali e provinciali siano almeno percorribili con comodità e rapidità. La viabilità, già carente nella sua forma settecentesca, non è un elemento trascurabile: ci aspettavamo quantomeno di sentirne parlare.
Insomma, crediamo che la vera sfida sia una cooperazione senza bandiere di partito. E riteniamo sia il momento di un cambiamento, per non far aumentare il divario tra noi e altre realtà appenniniche.
Noi ci siamo, continueremo a credere in questo territorio e nella voglia di riappropriarsi della sua identità.