Scuola dell'infanzia di Abetone
- Simone Ferrari
- 16 lug 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Nei giorni scorsi i nostri Leonardo Corsini e Simone Ferrari hanno avuto un incontro col preside e la vicepreside dell'istituto Omnicomprensivo di San Marcello per fare il punto sulle difficoltà che si sono registrate negli ultimi giorni.
Partiamo dalla scuola dell’infanzia di Abetone. La legge prevede che nei comuni di montagna il numero minimo di bambini perché si possa riconoscere un plesso "sede di distribuzione del servizio" e di conseguenza avere dallo Stato il personale adeguato è pari a dieci. Purtroppo ad Abetone sono anni che non si riesce più a raggiungere questo numero. Ecco perché alla scuola dell’infanzia di Abetone da tempo non vengono affidati insegnanti: per lo Stato la scuola dell'infanzia di Abetone non esiste. E non da quest’anno.
Eppure fino allo scorso anno scolastico siamo riusciti ad avere una scuola dell’infanzia a 40 ore. Come? Grazie all’istituto Omnicomprensivo. Questo perché la scuola, col budget che gli viene riconosciuto, "acquista" tre insegnanti di potenziamento, che poi utilizza per sopperire a particolari esigenze. Ad esempio per dividere alcune classi più numerose o che presentano alunni con problematiche non certificate, per garantire supplenze dell'ultimo minuto. Oppure per tenere aperte scuole che non avrebbero i numeri per esistere, come appunto la scuola dell'infanzia di Abetone. Se andiamo a leggere i verbali degli ultimi tre anni scolastici (inviati regolarmente alle Amministrazioni dei nostri comuni) si legge che il collegio dei docenti ha deciso di utilizzare 2 dei 3 insegnanti di potenziamento per garantire l’apertura della scuola dell’infanzia di Abetone.
Quindi se negli anni scorsi l’istituto non avesse deciso di aiutare Abetone, la nostra comunità non avrebbe avuto la scuola dell’infanzia già da diversi anni! Quest’anno i docenti hanno ritenuto di assegnare alla scuola dell’infanzia di Abetone un solo insegnante sui tre di potenziamento (ecco perché il servizio basato su 25 ore) perché in tutto l’istituto ci sono altre situazioni "difficili" che devono essere risolte utilizzando i due rimanenti insegnanti di potenziamento.
Cosa si può fare? Nell’immediato il Comune si può far carico di allungare il servizio utilizzando risorse proprie, magari chiedendo un aiuto alla fondazione Caript, molto sensibile a queste problematiche e altrettanto legata al nostro territorio. Si potrebbe anche pensare di realizzare questa integrazione, facendo laboratori "accattivanti", come la lingua inglese, conoscenza del territorio, e altri che potrebbero essere suggeriti da esperti pedagogici.
A media distanza, visto che la situazione demografica nel nostro Comune è drammatica, è necessario un confronto: scuola, Amministrazione e genitori devono remare tutti dalla stessa parte. I genitori, se vogliono continuare ad avere il servizio, devono iscrivere i propri figli alle scuole del territorio. Da parte sua per far conoscere meglio tutto quello che può offrire e tentare di adeguarsi, ove possibile, alle esigenze degli abitanti. Infine l’Amministrazione deve programmare il futuro, pensando anche a scelte poco popolari ma che permetteranno di allungare la "vita" di un servizio fondamentale come l'istruzione, oltre a destinare un po' di fondi per garantire servizi di alto livello (trasporto, mensa, ecc…)
Il paese che vogliamo si mette a disposizione affinché queste problematiche non diventino oggetto di scontro, ma si trasformino in nuove opportunità.

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